Gli ambienti on line sono tanti, bellissimi, efficientissimi (il web2.0 è il mondo degli utenti attori-autori e condivisori) ed oggi la rete ci offre piattaforme per fare quello che si vuole. Un dubbio sorge quindi spontaneo: a cosa ci serve mettere in piedi ambienti “nostri”? Vogliamo fare concorrenza a google a yahoo a drpbox?
Ovviamente no! La prospettiva in cui ci vogliamo porre non è certo quella della concorrenza ma fondamentalmente rivendichiamo un maggior livello di personalizzazione e di controllo delle nostre piattaforme.
Chi lavora con internet sa che l’interesse attorno alle web-application continua a crescere, soprattutto per quelle opensource che ne rappresentano la larga maggioranza.
La personalizzazione
Gli ambienti on line non sono quasi mai pensati per le scuole (youtube, flikr, facebook), sono sviluppati per un utenza il più variegata possibile e non sono ottimizzati per un uso scolastico.
Facciamo qualche esempio:
VIDEOCONFERENZA
Google hangout, facebook messanger, skype permettono di creare videoritrovi dove, attraverso videochiamate di gruppo e chat testuale, è possibile creare una sorta di videoconferenza.
Gestire tutto ciò, a livello di classe, non è però così semplice: ogni alunno deve avere i relativi account e gli ambienti si interfacciano difficilmente con un ambiente di e-learning.
Se prendiamo Bigbluebutton od Openmeetings ed iniziamo a lavorarci capiamo subito che sono stati pensati in un ottica di insegnamento. La loro integrazione con Moodle è ottimale e, quindi, è molto semplice anche l’utilizzo da parte della classe.
VIDEO-PHOTO-SHARING
Per citare anche solo le più importanti fra le piattaforme di condivisione multimediali dovremmo fare un elenco troppo lungo che è meglio evitare. Vi invito, invece, ad andare in rete a vedere ambienti come Clipbuket o Phpmotion.
La totale gestibilità di ambienti di questo tipo (organizzandoli per classi, per temi ecc) non può non fare gola a chi organizza il lavoro nelle scuole. Alla domanda se sia meglio essere utilizzatori di you tube od avere un proprio you tube si può dare un’unica risposta: è meglio avere entrambi. La scuola dove lavoro ha nella multimedialità uno de punti di interesse principali ed organizza con una webapplication opensource (Gallery) tutti i propri album multimediali.
IL SITO DELLA SCUOLA
Ormai non ha più senso progettare siti di tipo statico ed una volta condivisa l’opzione del sito dinamico davanti a noi abbiamo solo l’imbarazzo della scelta.
I CMS opensource sono sicuramente gratuiti, ma questo è l’aspetto meno interessante. Joomla, Drupal, WordPress e Plone sono utilizzati da aziende ed organizzazioni internazionali importantissime che sicuramente non motiverebbero la loro scelta sul risparmio.
Sono la “solidità”, la flessibilità, la semplicità di gestione, la comunità di sviluppo i veri punti di forza di queste applicazioni e la loro diffusione ne testimonia un riconoscimento di qualità diffuso. In italia abbiamo anche un ulteriore elemento che ci può spingere alla loro adozione nelle scuole: il progetto “porte aperte sul web” dell’USR Lombardia che (attraverso un lavoro enorme troppo poco riconosciuto) mette a disposizione della comunità scolastica versioni customizzate come “sito scolastico” di tutti e quattro i CMS.
Un domino di secondo livello e qualche mese di formazione per i docenti disposti a lavorare nella futura redazione ed, in pochi mesi, invece di avere un sito gestito da una agenzia esterna, avremo un sito gestito dalla scuola: non è un vantaggio economico (poco rilevante), ma una crescita culturale molto importante.
IL CLOUD – STORAGE
Dropbox e le altre piattaforme di cloud storage sono eccezionali, costano poco ed hanno tanta funzioni; nonostante ciò, Owncloud può essere molto utile in tutte le scuole se si vogliano condividere materiali ed informazioni. Il livello di personalizzazione che è possibile raggiungere con Owncloud della scuola è impossibile con le altre piattaforme.
E QUINDI? WEB-APPLICATION TUTTO ROSE E FIORI? NO, MAGARI!
L’uso di server in hosting ha sempre grosse limitazioni (sulla loro personalizzazione) e la gestione “in proprio” dei server porta altri problemi da non sottovalutare (vulnerabilità, intrusioni).
Ho già detto che secondo me la prospettiva più interessante è quella che prevede una gestione diretta di questi servizi da parte di scuole collegate in rete. Ed anche se non si riesce a muoversi in questa direzione è importante che le scuole inizino a crescere, strutturando servizi informatici via via più organizzati.